MOSTRA ‘ DI TERRA E DI MARE´ – 24 gennaio 2013 | GIORNATA DELLA MEMORIA – 27 gennaio 2013

Presentazione del Sindaco alla inaugurazione della Mostra ” DI TERRA E DI MARE” | 24 gennaio 2013 ore 18.00 presso la Biblioteca Via Piave, 5
Shoah. Olocausto. Genocidio. Sterminio di massa. Pulizia etnica. Eliminazione razziale di ebrei, omosessuali, rom, dissidenti politici. Campi di concentramento e sterminio. Foibe. Gulag.
Questi sono solo alcuni dei mille terrificanti termini con i quali l´uomo ha cercato di classificare uno degli atti più terribili, la massima barbarie che la mente umana sia riuscita a concepire prima e a realizzare poi.
Ma anche dopo questo processo di lucida razionalizzazione, l´uomo non ha smesso di pensare o credere che esista un presupposto tale per cui qualcuno si debba percepire, sentire, meglio o sopra gli altri.
Centinaia sono state le stragi di massa che anche negli ultimi decenni si sono susseguite senza che la memoria del tenebroso inferno trascorso abbia minimamente posto il freno a quelle successive.
In Rwanda, nella ex Jugoslavia, nel Sud Sudan e in altri paesi ancora, un uomo si è contrapposto ad un altro uomo in un massacro sistematico.
Ci siamo dati ragioni ‘razionali´ per spiegare questi comportamenti infami.
Gli interessi economici, le differenze di fede religiose, le diversità di credo e opinione politica, la lingua o il colore della pelle. Tutte motivazioni ‘logiche´ che però nascondono la vera radice comune: l´odio verso l´altro, quell´ Altro diverso da noi, che viene percepito come minaccia assoluta, come radice di tutti i mali e di tutte le nostre paure e disgrazie.
Ed è quindi sulla ‘conoscenza dell´altro´ che invece dobbiamo puntare e soprattutto contare, affinché si possano debellare e sconfiggere i mostri che, dentro di noi, possono indurci a non riconoscere la ‘belva´ prima che questa si scateni.
Dobbiamo quindi attualizzare il messaggio e il monito consegnatoci dalla Shoah per ridar voce alle milioni di creature che, fagocitate dal gorgo del delirio annichilente, oramai voce non l´hanno più.
Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia il nostro ‘mostro´!
È perciò questa la ragione per la quale oggi abbiamo ritenuto opportuno collegare il tema
dell´Olocausto e della ‘Giornata della Memoria´ al tema della ‘diversità
´, dell´alterità, ricostruendo storie e drammi, personali e collettivi, di chi in questo tempo vive l´esperienza dell´esodo e della diaspora.
L´Olocausto moderno ha diverse forme e nomi quali fame, povertà assoluta, guerra, genocidio, tratta, sfruttamento ai limiti dello schiavismo.
Queste sono le ragioni per le quali oggi milioni di esseri umani intraprendono i viaggi della speranza alla ricerca di condizioni di vita migliori o, semplicemente, più accettabili.
È per questo motivo che milioni di persone, ancora oggi, continuano a morire lungo i sentieri, di terra e di mare, di un viaggio della salvezza che non li porterà nel luogo anelato.
Ricostruire storie, raccontare viaggi, leggere emozioni, ritrovare ricordi e attraverso tutto ciò ‘conoscere´ per non dover dire o poterci nascondere dietro un ‘NOI NON SAPEVAMO´.
Così, attraverso una mostra e testimonianze vive, come quelle che si trovano all´ingresso dei Campi di Sterminio (pensiamo alle cataste di vestiti, di scarpe, di occhiali e di capelli), riserveremo nella nostra Biblioteca uno spazio a oggetti personali che divengono, anche in questo contesto, testimoni e simboli muti e a volte tragici di vite vissute e di ricordi vivissimi.

Così, come esito di interviste effettuate da parte di mediatori linguistici, collaboratori del progetto CORRENTE DI ALI realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariplo, l´Amministrazione di Cesate ha pubblicato un piccolo libro, una raccolta di storie e di emozioni di uomini e di donne e del loro venire ed essere in Italia.
Narrazioni struggenti e coraggiose, un omaggio a chi è desideroso di conoscere altre vite, per riconoscerle.
Un dono reciproco, fra noi e tutti quanti hanno collaborato al progetto.
Ecco… è in questo modo, attualizzando il tema dell´olocausto e dell´esodo, che pensiamo di onorare la memoria di tutti coloro che sono morti nei campi di concentramento in passato o nelle traversate ‘di terra e di mare´, oggi.
I nostri figli, e i figli dei nostri figli, devono sapere. E cosi pure i figli del mondo intero.

24 gennaio 2013