Ubicazione: Piazza IV Novembre
Edificato probabilmente nel XVII secolo, è di pianta quadrata coperta da una cupola su ampi pennacchi. La facciata è semplice con timpano triangolare. Interno ed aula unica con presbiterio rettilineo, nicchie fiancheggiate da robuste colonne semialveolate su basamento quadrato e cornicione aggettante.
Presenta all´interno un´interessante pala d’altare, databile alla fine del XVIII secolo, è di buona fattura e richiama la poetica guercinesca nelle tonalità e negli ampi panneggi. Raffigura L’allegoria della Madonna del Latte. La Vergine è seduta su una nuvola (rara iconografia) con a fianco il Bambino Gesù, mentre nella parte inferiore del dipinto due donne stanno per allattare i propri figli. Si apprezza anche una inconsueta decorazione plastica (stucco) collocabile agli inizi del XVIII secolo. Il portale centrale è decorato con formelle bronzee dell´artista Giorgio Galletti, fra cui si citano la Visitazione e l´Annunciazione.
La chiesa custodisce inoltre due interessanti affreschi:
La Madonna con Gesù Bambino
L´affresco era, prima delle pesanti ridipinture, una Madonna lactans a cui sembra debba riferirsi l´intitolazione dell´edificio sacro. Il dipinto è ascrivibile agli inizi del XVI secolo e, malgrado la difficile lettura, sembra avvicinarsi alle realizzazioni di Bernardino Luini. La Vergine è seduta con il Bambino Gesù tra le braccia.
Le madri cesatesi pare offrissero i loro averi più preziosi, sete finemente ricamate, gioielli e ori, alla Madonna, affinché donasse latte ricco e nutriente. Gli oggetti venivano poi messi all´asta l´ultima domenica di ottobre ed il ricavato serviva per la manutenzione del Santuario.
La Madonna con Gesù Bambino e i Santi Bernardino e Rocco
L´affresco, che in origine si trovava nel porticato della casa Caravaggio in via Romanò 12, è stato strappato, trasferito su supporto e appeso nella chiesa nel 1971. Il dipinto, di artista ignoto e quasi certamente opera di bottega, è collocabile tra la fine del XV secolo e l´inizio del XVI e si avvicina ai modi severi e dimessi di Vincenzo Foppa, al decorativismo architettonico di Bernardino Butinone e Bernardo Zenale, mentre la rigidità del volto e, a tratti, la pesantezza nei panneggi della veste della Vergine rimanda alla cultura tardogotica.
La Vergine è raffigurata, al centro, assisa su un trono con la mano sinistra sollevata in atto di benedizione mentre la mano destra tiene il Bambino Gesù seduto sulle sue gambe. Volti assorti e fortemente rilevati, gesti ieratici e didascalici nei profili dei santi: S. Bernardino con il libro aperto e con le tre mitrie a terra, simbolo della predicazione, e S. Rocco, protettore degli appestati, la cui mano vistosamente mostra la piaga aperta. Predominano i colori bruni, gli ocra caldi e terrosi, le terre bruciate, in una splendida osmosi cromatica.